domenica 24 febbraio 2008

Salvatore MELIS - DIECI ANNI DI IMPEGNO


Con vero piacere saluto questa iniziativa che testimonia i dieci anni di presenza culturale attiva dell’Associazione Rainbow e della Galleria G28 nel campo delle arti figurative a Cagliari e non solo.
È la dimostrazione di come sia ancora vivo e fecondo quell’impegno e quella impostazione metodologica rivolta all’ascolto delle dinamiche artistiche contemporanee che ne avevano determinato la nascita; l’associazione è infatti nata come un progetto di attività in continuo divenire e sempre aperta alle migliori sollecitazioni, ai contributi e ai confronti con gli artisti sia sardi che d’oltre mare. Da qui il nome: Rainbow - Progetto Aperto. Un sano pragmatismo, infine, congiunto ad una radicata passione per l’arte e ad una forte generosità (intesa non nell’accezione religiosa ma in quella etica, dell’impegno sociale) ha fatto di Rainbow un punto di riferimento autorevole nel panorama delle associazioni culturali isolane. Tutto questo è stato possibile soprattutto grazie alla generosità di Italo, Assunta e Gianni che in questi anni, nel “piccolo”, sono riusciti a fare grandi cose.
A Rainbow , di cui mi onoro di essere stato il primo presidente, porgo l’augurio a mantenere vivo l’impegno artistico e a contribuire alla formazione intellettuale e morale dei cittadini nel segno del progresso e della pace.
Testo di Salvatore
MELIS

Placido CHERCHI - LA SOMMA E IL RESTO


La città avrebbe dovuto prestare più attenzione al nucleo di proposte fatte, nel tempo, dalla
Associazione “ R. Progetto Aperto”.
Tanto a quelle che si configuravano come mostre spazi espositivi della G28, quanto a quelle,
meno formali, che ne sostenevano a latere il senso. Mi riferisco, evidentemente, a quelle che avevano luogo nel “Ridotto”, messe in crisi, come è noto, dalla altalenante latitanza del pubblico e dalla sbadigliante non chalance di molti addetti ai lavori.
Si era sperato di far nascere un luogo di incontri sistematici, di microeventi significativi, di stimoli strategicamente orientati. Ma si è dovuto, a poco a poco, recedere. Entrando in una prospettiva di pausa che rischia di essere più lunga di una chiusura definitiva.
Eppure, il bilancio, su entrambi i fronti, è ben lontano dal poter essere considerato fallimentare.
Le rassegne pensate dalla G28 hanno aperto il varco a forme di esplorazione del panorama artistico (sardo e no) abbastanza diverse da quelle che entrano nella maggior parte delle cose programmate da altri spazi espositivi. Si pensi all’insistenza sul “piccolo formato” o alla ricorrente attenzione ai sommersi di qualità. Ma si pensi anche alla collana “Stagioni”, che ha tentato di fermare qualche passaggio importante e di proporre qualcosa di diverso dal solito catalogo. Inseguendo traiettorie linguistico-espressive non di tendenza, ma liberamente aperte alle dialettiche della mediazione, la logica delle proposte obbediva sempre a un disegno strategico lontanissimo dalla banalità e dalle soluzioni scontate. Sarebbe difficile sottovalutare il coraggio innovativo dell’insieme e l’intelligenza delle scelte di volta in volta operate.
Se poi si aggiunge che tutto questo fare non ha mai contato sul sostegno pubblico, né ha mai imposto pedaggi agli artisti ospitati, diventa ancora più ragionato il rammarico per i silenzi lamentati in alto.
Testo di Placido CHERCHI

Maria SPISSU NILSON - DECENNALE


Infaticabili organizzatori, pittori, installatori e animatori della vita artistica a Cagliari ma non solo, Gianni Atzeni e Italo Medda hanno raggiunto e festeggiano dieci anni di intensa attività nella loro Associazione Culturale R. Progetto Aperto – galleria G 28 – notissimo luogo d’incontro per artisti e intellettuali.
Sembra un’ovvietà dirlo: non è facile muoversi fra le turbolenze e le acque poco tranquille dell’ambiente artistico isolano e cagliaritano in particolare, ma loro riescono a farlo con una notevole leggerezza esorcizzando le previsioni di un artista che, all’apertura dello spazio, disse: “Chi ve lo fa fare; vi farete un sacco di nemici”.
A scorrere l’elenco di nomi che figurano in questa mostra solo di nome celebrativa, e a scorrere anche tutte le iniziative portate avanti con fervore raccogliendo adesioni e consensi, i nemici non si vedono o forse sono molto lontani, nascosti tra le nebbie di malcelate invidie. Le iniziative che si sono avvicendate sono tante e di prestigio ed hanno visto i nomi della maggior parte degli artisti isolani, senza paletti di correnti o anagrafici, senza inseguire il trend di giovanilismi artistici sospetti; se un artista è bravo, se ha qualcosa di nuovo da dire nel campo delle arti visive, viene accolto e valorizzato, senza chiederne la carta d’identità per vedere se è giovane abbastanza da diventare carne da macello del “sistema arte” che guarda all’età anziché alla bravura. Questa è la logica che portano avanti i due artisti animatori dell’Associazione, e sembra essere una logica vincente. Si devono alla G28 nuove scoperte, nuovi confronti ed un’attività parallela alle mostre che vede molti intellettuali sardi confrontarsi e produrre cultura e dio sa se di questo c’è bisogno.
L’augurio è che in tempi di disperata resistenza, cercando di non affogare nella melma che sembra avanzare inesorabilmente, l’Associazione si faccia sempre più carico di mantenere la rotta della dignità, del valore e della bellezza nell’arte e nella cultura.
Testo di Maria SPISSU NILSON

Raffaella VENTURI - DIECI ANNI FATTIVI

Una galleria sopra una scuola di danza, sopra un teatro, piccolo, “ridotto”, ma fascinoso. La scala della palazzina primi Novecento collega questi tre livelli, che dialogano, in qualche modo, anche se fra i tutù rosa delle bambine e le convulsioni pittoriche di certi artisti sembra esserci un abisso. Invece, dentro Palazzo Marini di via Ada Negri, a Cagliari, tutto si amalgama e si intreccia, fra Assunta Pittaluga, storica maestra di danza, e Italo Medda, artista-gallerista con un’inossidabile vocazione di promotore artistico. Così da dieci anni, con la sua G28 e l’Associazione Rainbow-Progetto Aperto, e assieme al presidente di questa, Gianni Atzeni, Italo concepisce, progetta, cura e fabbrica cataloghi, convoca, convince. Convince, sì, perché al di là delle valutazioni che si possono dare mostra per mostra, resta che dal ’96 questo direttore artistico si assume il rischio delle scommesse della propria programmazione, spesso affatto facile e prevedibile ma più orientata verso scelte di nicchia, come per tutto il filone della Mail-Art, o per quello dei libri d’artista – di cui Italo Medda è esponente di spicco -, realtà dell’arte contemporanea ormai storicizzate ma sempre un po’ snobbate. Le proposte hanno fino adesso spaziato fra ambiti diversi, dall’incisione alla grafica, dalla pittura alla tecnica mista, divenendo, alcune, rassegne di largo interesse e confronto: fra queste, Piccolo formato, Dialettica degli opposti, Di segni & di sogni, Paesaggi. Il comune denominatore è l’attenzione e la cura con le quali ogni mostra è presentata, ciascuna con un piccolo catalogo (edito da Lithosgrafiche o Zonza Editori) spesso rifinito artigianalmente dallo stesso Italo e dai suoi accoliti.
Così come goccia scava sasso, in questi dieci anni la G28 ha costruito, nello scenario artistico, un po’ letargico, della città, una sua peculiare identità, sia per la proposta culturale sia anche per l’originale “packaging” (esemplare questo stesso catalogo, astutamente concepito per donare a ciascun fruitore un originale d’artista). Tutto questo fermento accade dentro due stanze con antichi pavimenti di cemento, collegate da uno stretto corridoio, nelle quali sempre si trova, ad accogliere il visitatore, Italo, una nuvoletta di fumo e tanta disponibilità al conversare illustrando, generoso ospite con una naturale disposizione all’intrattenimento sulle cose d’arte. E non solo.
Testo di Raffaella VENTURI

Maria Dolores PICCIAU - ARTE IN ITINERE

"L’arte è pausa meditativa, estasi poetica" - ama spesso dire Italo Medda, e in fondo lo spazio della galleria G28 che l’artista dirige ormai da anni, come promotore culturale, insieme ad Assunta Pittaluga e Gianni Atzeni, ne è emblematica conferma. Più che una galleria, è un salotto in cui da anni vengono esposti progetti ambiziosi sull’arte contemporanea, grazie al supporto del Ridotto, lo spazio polivalente, teatro di tanti incontri sulla cultura ad ampio spettro. Non bisogna pensare però a uno spazio freddo e austero, ma a un luogo di incontro, scambio, discussione continua. Una fiamma vivida in una città sonnolenta in cui peraltro proliferano a dismisura gli spazi espositivi. L’idea di base della G28 è stata infatti sin dal principio quella di incentivare le occasioni di dibattito culturale in una città in cui i fermenti andrebbero opportunamente filtrati e interpretati e semmai sostenuti e incoraggiati. Come in questo caso. La G28 infatti negli anni è stata capace di esplorare settori non canonici dell’arte contemporanea, nel tentativo di trovare un raccordo, interrelazioni dialettiche fra linguaggi apparentemente distanti. E tante sono le sfide lanciate nel corso degli anni: dalle opere in piccolo formato su tema libero, cui hanno partecipato molti artisti, per sperimentare il rapporto non facile delle piccole dimensioni, che costringono ad esprimersi in “termini minimi”, sino alle mostre monografiche. Come C’arte d’autore o Esercizi d’ammirazione mostre dedicate all’opera di Italo Medda, vale a dire esempi di progetti capaci di tracciare percorsi, di spingere ad autointerrogarsi sulle nuove forme del comunicare e i nuovi archetipi delle rappresentazioni contaminate.
Comunque sia, i progetti proposti hanno sempre puntato sulla qualità, mai niente di mitografico o folklorico, banale o scontato. L’etnografia è poetica del compiuto, mentre i linguaggi dell’innovazione e della sperimentazione sono snodi provvisori, spazi a volte estranianti di progettualità in itinere, proiezioni teoretiche che esplorano i labili confini del disincanto.
A dimostrazione che l’arte non può ridursi a riproporre pedissequamente gli stilemi della mitografia, immagini della subalternità come processioni, launeddas, paesaggi spettrali senza alcuna prospettiva di reinterpretazione.
La sfida è partita e alla G28 non resta che continuare perché l’arte sia espressione di un circuito più ampio e sia specchio di una realtà variegata, caleidoscopica. Arte in cui riconoscersi o da cui distinguersi. Arte, in ogni caso, come poetica critica di strutture pietrificate.
Testo di Maria Dolores
PICCIAU

Mauro MANUNZA - DIECI ANNI IMPORTANTI

Quando dieci anni fa, sommessamente, la G28 aprì una nuova finestra sul panorama artistico cagliaritano, forse non furono in molti a scommettere che quella proposta di appuntamenti periodici avrebbe rappresentato un’operazione culturale di lungo e autorevole respiro in un contesto tanto vitale quanto affollato di iniziative e spazi. In realtà, la galleria di via Ada Negri puntava a qualcosa di diverso rispetto alle semplici esigenze di mercato o ad una pur competente presenza documentaria nella ricerca artistica contemporanea in costante evoluzione.
Il bilancio che si può formulare in questo primo traguardo decennale conferma gli ambiziosi – non traditi – obiettivi di partenza: porsi come centro energetico di proposte d’attualità, puntare sulle tendenze che vanno affermandosi e su quelle appena emergenti, svelare le soggettività faticosamente intente a costruire un linguaggio, dar luogo a confronti dialettici, comparare orientamenti diversi, accostare personalità di collaudata fisionomia ad artisti d’inedito approccio, stimolare fresche letture critiche, favorire lo scambio d’opinioni e visioni, alimentare il dibattito fra artisti, critici, galleristi, avvicinare e coinvolgere il pubblico: quello esperto e maturo, quello meno preparato e diffidente, quello comunque curioso. Estendere interesse, allargare cognizioni e competenze. Suscitare polemica, inquietare coscienze, promuovere grinta intellettuale. E quindi, sì: smuovere le acque stagnanti del mercato. Il G28 non è soltanto un luogo vetrinistico, è uno spazio di proposta e produzione, laboratorio scientifico di microcosmi che impone prestigio nel macrocosmo artistico regionale.
Testo di Mauro MANUNZA

Alessandra MENESINI - SCRIPTA MANENT


Hanno una memoria di carta, le mostre. La affidano ai libretti di sala, che nelle arti visive si chiamano cataloghi. Ovvero i testimoni resistenti dei volatili giorni d’entusiasmo e fatica che stanno dietro ad ogni allestimento e ad ogni vernissage. Compie 10 anni, la G28 Gallery. Una storia espositiva che si può ripercorrere anche attraverso i bei cataloghi che ne hanno segnato le tappe. Caratterizzati da un intervento d’autore, oggetti d’ingegno essi stessi. Sottili, preferibilmente quadrati e rifiniti rigorosamente a mano, sono da conservare e sfogliare, per un rapido riassunto d’artisti, testi, foto, date. Portano spesso in copertina un lacerto di carta strappata, in un doppio paziente lavoro di collage e decollage. Alcuni, i più austeri, vestono un semplice cartoncino nero ma ci sono quelli legati con cordini sigillati con ceralacca, quelli ritagliati a forma di colomba, con i colori veri di una tavolozza fornita di pennello, oppure forati, a sorpresa, dall’ombra di una mezzaluna nera. Altri ancora nascondono all’interno un’operina di minuscole dimensioni, un pezzo unico, in formato 5x5 ( centimetri). I più eleganti, per accordarsi alla grazia liberty di un palazzo che è anche -soprattutto- una scuola di danza, indossano un fiocchetto rosso su bianchi sparati da sera.
Testo di Alessandra
MENESINI

Francesca Angela ZARU - DIECI ANNI DI LIBERTA'

La G28, potenziata da Rainbow e da InformArt magazine, si è ritagliata uno spazio tutto suo tra le istituzioni culturali pubbliche e private di Cagliari, ci è riuscita con passo di danza, assorbendo lo spirito libero di Mail Art e assaporando con ironia le variopinte conquiste estetiche del postmoderno.
All'insegna della libertà la G28 é diventata veramente uno spazio per artisti, della matita come del pennello, dell'oggetto come delle idee, in particolare della poesia, sia essa incorporata nella materia che nelle parole. Spazio anche per gli artisti della critica, filosofi e non che per la galleria producono piccoli gioielli di presentazioni.
Luogo di cultura dunque, dove ogni intervento, mostra, performance, tavola rotonda, conversazione, dibattito porta il segno "d'amorose cure".
Curati sono gli inviti, che non riesci a cestinare neanche volendolo, curati i cataloghi, curati gli allestimenti, curatissime soprattutto le collettive di piccolo formato, col loro dispiegarsi di firme consolidate ed emergenti, sarde e della penisola, in confronti aperti e dialoghi inconsueti.
La G28, generosa dispensatrice di momenti estetici, potrebbe anche andare oltre sulla strada della socializzazione dell'arte.
Mi piacerebbe, per esempio, che, valorizzando il suo amore per il piccolo formato, diventasse anche un luogo di mercato sperimentale: arte come nutrimento quotidiano, o almeno settimanale, da vendere come il pane, opere per quadrerie familiari da rinnovare ad ogni nuovo interesse, opere da raccogliere e godere in album, come speciali fotografie , o meglio emanazioni del nostro tempo.
E, naturalmente, mi piacerebbe che gli album avessero tutti le preziosissime copertine di Italo Medda
Testo di Francesca Angela ZARU

Giorgia ATZENI - AD MAIORA

Ad maiora.
Cagliari è una città che conta ormai un discreto numero di spazi per artisti “alternativi” a quelli ufficiali. Il fenomeno degli eventi espositivi collocati in spazi non convenzionali ha ormai una sua storia che, a rigore, potrebbe iniziare con il celebre Armory Show del 1913 – allestito a New York nei locali dell'armeria del 69° reggimento dell'esercito sulla 25^ Strada. Ed è più o meno da quel periodo che l'arte d'avanguardia, in modo perlopiù effimero e provocatorio, si è proiettata “fuori” dagli spazi ufficiali – musei, salons – ed ha anzi fatto di questo essere fuori una qualità centrale del proprio operare artistico. L’ideale è quello di “un'arte che esce dai luoghi dell'arte” ed entra nei luoghi della vita, negli spazi urbani, alla ricerca di una maggiore possibilità di contatti, andando incontro alla gente che non frequenta né Musei né Centri Comunali per l’Arte e la Cultura, per un processo naturale ed inevitabile di sconfinamento in ambiti sempre meno specifici e vincolanti . Un “essere fuori” che nella nostra “piccola isola cittadina” si compiace di “essere dentro” situazioni alternative o non convenzionali in sordina - meno clamorose, poco collettive, popolari e urbane rispetto a quelle osservabili nel resto d’Europa. Di fatto, però, esiste e r-esiste l’impegno di coraggiosissimi operatori culturali, appassionati d’arte (e chi ne ha più ne metta) che investono il proprio tempo e strutture per sostenere la cultura visiva locale o favorire il confronto con ambiti extra-isolani. Per una sorta di “diritto di esposizione” spesso sono gli stessi artisti a spendere le proprie energie nell’organizzazione di eventi o mostre d’arte che, programmate con rigore, onestà intellettuale e buoni propositi, si distinguono per originalità d’intenti e qualità. Insomma non mancano gli “spacciatori d'arte” che riescono ad essere fantasiosi quasi quanto gli artisti nell'inventarsi ogni sorta di mostra; per quanto inutile possa sembrare a chi considera l’arte come un passatempo, proprio oggi in cui è il mercato a fare di un individuo un artista (soprattutto nel caso di processi creativi non altrimenti verificabili il mercato diventa la prova, la cartina al tornasole, ahimé, della qualità stessa dell’opera). Ed ecco i luoghi anomali o inconsueti. Ultimamente nascono come funghi piccole gallerie dentro i laboratori d’artista, nei locali notturni alla moda, nei vecchi cinema, negli appartamenti, nei negozi del centro; ma da tempo ce n’è una che trova ospitalità dentro una storica Scuola di danza: la Galleria G28, che festeggia con orgoglio i suoi dieci anni di attività. Non è cosa di poco conto. Infatti sebbene si moltiplichino i vernissages, sebbene si accresca il numero degli artisti e degli aspiranti tali (che espongono ora qui ora lì), non sempre queste realtà hanno lunga vita. Festeggiare dieci anni di operosità è un grosso traguardo, soprattutto se si considera l’impegno profuso dall’Associazione Rainbow P. A. nel creare sinergie e confronto tra artisti locali e nazionali, nel lanciare sfide creative finalizzate alla produzione di libri-opera mai visti o capolavori di piccolo formato. Fantasia e capacità inventiva possono fare molto per rinnovare alla radice il modo in cui l’arte viene proposta al pubblico. Sebbene le mostre invadano lo stivale e i mostri (quelli creati dal sonno dell’arte) vaghino per la città, c’è ancora gente che lavora seriamente e questo va detto.
Ad maiora.
Testo di Giorgia ATZENI

Tonino CASULA

Caro Italo,
mi chiedi un pensiero sui festeggiamenti da dedicare al decennale della Galleria.
Ti dico subito che non avrai un mio pensiero, ma uno dei miei cazzeggi: mi vengono meglio.
Lo cavalco subito, chiedendomi cosa ci sia da festeggiare: forse il nutrimento culturale che la Galleria in forma di Charitas ha offerto generosamente all’umanità bisognosa, durante il decennio? Se è così, devo rivelarti che l’umanità bisognosa se ne fotte.
Proprio così: se ne fotte.
E magari lo sospetti anche tu. Se è così e se non avessi rispetto per l’altrui follia quando essa è simile alla mia, ti domanderei perché non ti dedichi ad altro.
Il mio cazzeggio non finisce qui.
Non riesci a evitare, il decennale della Galleria? Non te la senti di farlo scivolare lungo un prudente silenzio? Se è così, ti suggerisco di commemorarlo.
Sì, commemorarlo, come si fa per la Resistenza e come prima o poi si farà per le nozze d’oro e i fidanzamenti lunghi delle coppie di fatto. Ti suggerisco cioè di ricordarlo in forma solenne, con manifestazioni ufficiali (niente assessori, però), o con particolari e specifiche manifestazioni, per esempio cantando in coro e per intero il Bella ciao di ogni inaugurazione che si rispetti: artista presente catalogo in galleria dibattito pane carasau guttiau pasta e fagioli olive nere al forno prosciutto di cinghiale salatini formaggio rigato Podda vernaccia Contini e/o vermentino Giogantinu…
Attenzione: in forma solenne, e però con solenni risate, cosa difficile per l’umanità bisognosa, ma non per noi.

Testo di Tonino CASULA

Italo MEDDA - Dieci anni di segni & di sogni

La Galleria G28 fa parte dell'Associazione di Intervento Culturale RAINBOW - Progetto Aperto che opera nel campo della promozione artistica prestando particolare attenzione ai problemi educativi e formativi del pubblico. Concepita come spazio per artisti, ma anche come luogo di incontro e di discussione, persegue i suoi scopi iniziali tutti orientati a favorire la circolazione delle idee e delle esperienze. In questa cornice si inquadrano, oltre le varie mostre personali, documentate nei "tascabili" della collana "Stagioni", curata dal prof. Placido Cherchi per le Edizioni Zonza di Cagliari o in piccoli cataloghi editi da Lithosgarafiche, le rassegne internazionali di Mail-Art, rassegne nazionali sul libro d’artista e il progetto "Artisti a confronto", serie di personali a due con la partecipazione di artisti isolani e di altre realtà nazionali. O progetti come la rassegna di poesia visiva "Slittamenti" che ha presentato circa quaranta opere di artisti, molti di rilevanza internazionale, della "Visual Poetry", e la mostra documentaria sul poeta surrealista Benjamin Péret, a cura di Carmine Mangone. A tutto questo si aggiunga una speciale attenzione, concretizzatasi in una nutrita serie di mostre, rivolta a quegli artisti delle ultime generazioni che, per l’impegno continuo e la qualità del lavoro, si sono particolarmente distinti. All’attività espositiva si affianca poi, nello spazio polivalente "Il Ridotto", quella collaterale di approfondimento culturale, con conferenze, presentazioni di libri, incontri musicali e di poesia, e tutto quanto ruota intorno a questi interessi, grazie anche alla presenza di quanti hanno voluto prestare la loro collaborazione, come Placido Cherchi, Antonello Zanda, l'attore Rino Sudano, il prof. Giulio Angioni, l'artista Giovanni Campus, il gruppo "Machina Amniotica", l'attrice Gisella Vacca, la pianista Carla Casadei, il musicista Bruno Camera, l’attrice e cantante Clara Murtas e tanti altri. Oggi la G28 compie dieci anni e abbiamo voluto ricordarli con una esposizione di opere di artisti che con assiduità hanno partecipato alle nostre manifestazioni. Cogliamo l’occasione par ringraziarli tutti, per la partecipazione e per i pregevoli omaggi che corredano i cataloghi, ma vogliamo anche ringraziare sinceramente quanti, critici e non, hanno risposto con generosità al nostro appello, rendendo possibile la realizzazione di questo prezioso documento. Con generosità, e lo vogliamo sottolineare, perché ci piace pensare che la generosità, oltre la bravura e l’onestà intellettuale, debba essere un tratto distintivo di chi opera in questo campo.
Italo MeddaDieci anni di segni & di sogni
La galleria G28 fa parte dell'Associazione Culturale R. Progetto Aperto che opera nel campo della promozione artistica prestando particolare attenzione ai problemi educativi e formativi del pubblico. Concepita come spazio per artisti, ma anche come luogo di incontro e di discussione, persegue i suoi scopi iniziali tutti orientati a favorire la circolazione delle idee e delle esperienze. In questa cornice si inquadrano, oltre le varie mostre personali, documentate nei "tascabili" della collana "Stagioni", curata dal prof. Placido Cherchi per le Edizioni Zonza di Cagliari o in piccoli cataloghi editi da Lithosgarafiche, le rassegne internazionali di Mail-Art, rassegne nazionali sul libro d’artista e il progetto "Artisti a confronto", serie di personali a due con la partecipazione di artisti isolani e di altre realtà nazionali. O progetti come la rassegna di poesia visiva "Slittamenti" che ha presentato circa quaranta opere di artisti, molti di rilevanza internazionale, della "Visual Poetry", e la mostra documentaria sul poeta surrealista Benjamin Péret, a cura di Carmine Mangone. A tutto questo si aggiunga una speciale attenzione, concretizzatasi in una nutrita serie di mostre, rivolta a quegli artisti delle ultime generazioni che, per l’impegno continuo e la qualità del lavoro, si sono particolarmente distinti. All’attività espositiva si affianca poi, nello spazio polivalente "Il Ridotto", quella collaterale di approfondimento culturale, con conferenze, presentazioni di libri, incontri musicali e di poesia, e tutto quanto ruota intorno a questi interessi, grazie anche alla presenza di quanti hanno voluto prestare la loro collaborazione, come Placido Cherchi, Antonello Zanda, l'attore Rino Sudano, il prof. Giulio Angioni, l'artista Giovanni Campus, il gruppo "Machina Amniotica", l'attrice Gisella Vacca, la pianista Carla Casadei, il musicista Bruno Camera, l’attrice e cantante Clara Murtas e tanti altri. Oggi la G28 compie dieci anni e abbiamo voluto ricordarli con una esposizione di opere di artisti che con assiduità hanno partecipato alle nostre manifestazioni. Cogliamo l’occasione par ringraziarli tutti, per la partecipazione e per i pregevoli omaggi che corredano i cataloghi, ma vogliamo anche ringraziare sinceramente quanti, critici e non, hanno risposto con generosità al nostro appello, rendendo possibile la realizzazione di questo prezioso documento. Con generosità, e lo vogliamo sottolineare, perché ci piace pensare che la generosità, oltre la bravura e l’onestà intellettuale, debba essere un tratto distintivo di chi opera in questo campo.

Testo di Italo MEDDA

martedì 19 febbraio 2008

10 anni di attività della galleria - 1996 - 2006


Concepita come spazio per artisti, ma anche come luogo dedicato all’incontro e alla discussione, la galleria G28 prosegue i suoi scopi iniziali tutti orientati a favorire la circolazione delle idee e delle esperienze. In questa cornice si inquadrano tutte le manifestazioni fino ad oggi programmate, comprese quelle di approfondimento teorico ospitate nello spazio polivalente “Il Ridotto”, con conferenze, presentazioni di libri, recital di poesia, incontri musicali, grazie anche alla preziosa collaborazione di intellettuali, scrittori, artisti, musicisti fra i più rappresentativi del nostro territorio e non solo. Oggi la G28 compie dieci anni che vogliamo ricordare con una esposizione di opere di artisti che con assiduità hanno partecipato all’attività della galleria e con un catalogo che raccoglie testimonianze di autorevoli esponenti del mondo della nostra cultura artistica.
Opere di: Ermanno Leinardi, Gianfranco Pintus, Rosanna Rossi, Attilio Della Maria, Efisio Niolu, Anna Boschi, Annalisa Achenza, Marta Fontana, Marina Madeddu, Caterina Lai, Susanna Manca, Mauro Mulas, Carla Mura, Maria Luisa Delzotto, Beppe Vargiu, Giuseppe Pettinau, Adelaide Lussu, Dionigi Losengo, Marilena Pitturru, Rosalba Mura, Maria Spissu Nilson, Maria Grazia Medda, Maria Caboni, Carla Orrù/Lidia Pacchiarotti, Annamaria Caracciolo, Angelo Liberati, Gemma Tardini, Igino Panzino, Italo Medda, Gianni Atzeni.
In catalogo scritti di Tonino Casula, Giorgia Atzeni, Francesca Angela Zaru, Alessandra Menesini, Mauro Manunza, Raffaella Venturi, Maria Spissu Nilson, Maria Dolores Picciau, Salvatore Melis, Placido Cherchi, Italo Medda