domenica 24 febbraio 2008

Tonino CASULA

Caro Italo,
mi chiedi un pensiero sui festeggiamenti da dedicare al decennale della Galleria.
Ti dico subito che non avrai un mio pensiero, ma uno dei miei cazzeggi: mi vengono meglio.
Lo cavalco subito, chiedendomi cosa ci sia da festeggiare: forse il nutrimento culturale che la Galleria in forma di Charitas ha offerto generosamente all’umanità bisognosa, durante il decennio? Se è così, devo rivelarti che l’umanità bisognosa se ne fotte.
Proprio così: se ne fotte.
E magari lo sospetti anche tu. Se è così e se non avessi rispetto per l’altrui follia quando essa è simile alla mia, ti domanderei perché non ti dedichi ad altro.
Il mio cazzeggio non finisce qui.
Non riesci a evitare, il decennale della Galleria? Non te la senti di farlo scivolare lungo un prudente silenzio? Se è così, ti suggerisco di commemorarlo.
Sì, commemorarlo, come si fa per la Resistenza e come prima o poi si farà per le nozze d’oro e i fidanzamenti lunghi delle coppie di fatto. Ti suggerisco cioè di ricordarlo in forma solenne, con manifestazioni ufficiali (niente assessori, però), o con particolari e specifiche manifestazioni, per esempio cantando in coro e per intero il Bella ciao di ogni inaugurazione che si rispetti: artista presente catalogo in galleria dibattito pane carasau guttiau pasta e fagioli olive nere al forno prosciutto di cinghiale salatini formaggio rigato Podda vernaccia Contini e/o vermentino Giogantinu…
Attenzione: in forma solenne, e però con solenni risate, cosa difficile per l’umanità bisognosa, ma non per noi.

Testo di Tonino CASULA

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