domenica 24 febbraio 2008

Raffaella VENTURI - DIECI ANNI FATTIVI

Una galleria sopra una scuola di danza, sopra un teatro, piccolo, “ridotto”, ma fascinoso. La scala della palazzina primi Novecento collega questi tre livelli, che dialogano, in qualche modo, anche se fra i tutù rosa delle bambine e le convulsioni pittoriche di certi artisti sembra esserci un abisso. Invece, dentro Palazzo Marini di via Ada Negri, a Cagliari, tutto si amalgama e si intreccia, fra Assunta Pittaluga, storica maestra di danza, e Italo Medda, artista-gallerista con un’inossidabile vocazione di promotore artistico. Così da dieci anni, con la sua G28 e l’Associazione Rainbow-Progetto Aperto, e assieme al presidente di questa, Gianni Atzeni, Italo concepisce, progetta, cura e fabbrica cataloghi, convoca, convince. Convince, sì, perché al di là delle valutazioni che si possono dare mostra per mostra, resta che dal ’96 questo direttore artistico si assume il rischio delle scommesse della propria programmazione, spesso affatto facile e prevedibile ma più orientata verso scelte di nicchia, come per tutto il filone della Mail-Art, o per quello dei libri d’artista – di cui Italo Medda è esponente di spicco -, realtà dell’arte contemporanea ormai storicizzate ma sempre un po’ snobbate. Le proposte hanno fino adesso spaziato fra ambiti diversi, dall’incisione alla grafica, dalla pittura alla tecnica mista, divenendo, alcune, rassegne di largo interesse e confronto: fra queste, Piccolo formato, Dialettica degli opposti, Di segni & di sogni, Paesaggi. Il comune denominatore è l’attenzione e la cura con le quali ogni mostra è presentata, ciascuna con un piccolo catalogo (edito da Lithosgrafiche o Zonza Editori) spesso rifinito artigianalmente dallo stesso Italo e dai suoi accoliti.
Così come goccia scava sasso, in questi dieci anni la G28 ha costruito, nello scenario artistico, un po’ letargico, della città, una sua peculiare identità, sia per la proposta culturale sia anche per l’originale “packaging” (esemplare questo stesso catalogo, astutamente concepito per donare a ciascun fruitore un originale d’artista). Tutto questo fermento accade dentro due stanze con antichi pavimenti di cemento, collegate da uno stretto corridoio, nelle quali sempre si trova, ad accogliere il visitatore, Italo, una nuvoletta di fumo e tanta disponibilità al conversare illustrando, generoso ospite con una naturale disposizione all’intrattenimento sulle cose d’arte. E non solo.
Testo di Raffaella VENTURI

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