Caro Italo,
mi chiedi un pensiero sui festeggiamenti da dedicare al decennale della Galleria.
Ti dico subito che non avrai un mio pensiero, ma uno dei miei cazzeggi: mi vengono meglio.
Lo cavalco subito, chiedendomi cosa ci sia da festeggiare: forse il nutrimento culturale che la Galleria in forma di Charitas ha offerto generosamente all’umanità bisognosa, durante il decennio? Se è così, devo rivelarti che l’umanità bisognosa se ne fotte.
Proprio così: se ne fotte.
E magari lo sospetti anche tu. Se è così e se non avessi rispetto per l’altrui follia quando essa è simile alla mia, ti domanderei perché non ti dedichi ad altro.
Il mio cazzeggio non finisce qui.
Non riesci a evitare, il decennale della Galleria? Non te la senti di farlo scivolare lungo un prudente silenzio? Se è così, ti suggerisco di commemorarlo.
Sì, commemorarlo, come si fa per la Resistenza e come prima o poi si farà per le nozze d’oro e i fidanzamenti lunghi delle coppie di fatto. Ti suggerisco cioè di ricordarlo in forma solenne, con manifestazioni ufficiali (niente assessori, però), o con particolari e specifiche manifestazioni, per esempio cantando in coro e per intero il Bella ciao di ogni inaugurazione che si rispetti: artista presente catalogo in galleria dibattito pane carasau guttiau pasta e fagioli olive nere al forno prosciutto di cinghiale salatini formaggio rigato Podda vernaccia Contini e/o vermentino Giogantinu…
Attenzione: in forma solenne, e però con solenni risate, cosa difficile per l’umanità bisognosa, ma non per noi.
Testo di Tonino CASULA
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